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sabato 9 dicembre 2017

WILLY DEVILLE - THE WILLY DEVILLE ACOUSTIC TRIO LIVE IN BERLIN


⭐⭐⭐⭐⭐

(EAGLE RECORDS - 2002)


Disco Monumentale.
THE WILLY DEVILLE ACOUSTIC TRIO LIVE IN BERLIN è uno di quei dischi che, una volta entrato in circolo, non esce più dalla testa ma soprattutto dal cuore.
Registrato durante il tour europeo del 2002,  tre anni dopo l'ottimo HORSE AF A DIFFERENT COLOR,  questo doppio album live è la più grande testimonianza della Immensa Classe di questo Straordinario Artista.
In trio con il fido David Keys al contabbasso e Seth Farber al pianoforte  Willy DeVille prende per mano le canzoni che più ha amato e le ripropone con quel suo modo unico di  interpretarle come se, queste note, scorressero nelle sue  vene arrivando direttamente dal cuore. 
Così canzoni strepitose come BETTY AND DUPREE e IT'S TOO LATE SHE'S GONE di Chuck Willis, prendono posto accanto a capolavori scritti di suo pugno come la straordinaria HEAVEN STOOD STILL o la toccante NIGHT FALLS, o ancora SPANISH HARLEM, LET IT BE ME, SHAKE SUGAREE e tutte vengono rivisitate da DeVille con quel suo stile,  da Ultimo Dei Gitani Romantici, che potrebbe far sciogliere anche un cuore di pietra.
Il lavoro prezioso dei suoi compagni di avventura contribuisce a rendere le canzoni di questo disco dei "pezzi unici" ed irripetibili.
L'atmosfera intima che circonda questa esibizione rende preziosa ogni singola nota e, alla fine, questo distillato di note, musica, liriche e ballate copre uno spazio musicale che tende all'infinito: alla perfezione. Dal soul al rhythm & blues, nulla di ciò che più stava a cuore al Grande Gitano manca all'appello in queste Splendenti Registrazioni.
E per rendere il tutto ancor più delizioso e completo Willy Deville aggiunse alle registrazioni in trio ben  otto canzoni registrate con la sua straordinaria full band  "Mink DeVille" in quel di Stoccolma.
E così ecco prendere vita altre storie come la splendida CARMELITA (ballata di Warren Zevon), BILLY THE KID presa in prestito da Dylan, o ancora l'ipnotica  ballata  BAMBOO ROAD con le magiche chitarre di Freddy Koella a dettare il passo e rendere il tutto ancor più splendente.
Resta, a mia memoria d'ascoltatore, una delle gioie più grandi che la musica mi abbia mai regalato.
Un Artista Immenso.
Unico.
Come queste canzoni che sono un viaggio verso l'infinito.



(WILLY DEVILLE - SPANISH HARLEM)











venerdì 8 dicembre 2017

CARRIE NEWCOMER - LIVE AT THE BUSKIRK-CHUMLEY THEATER WITH FRIENDS



⭐⭐⭐⭐⭐

(AVAILABLE LIGHT RECORDS - 2017)


Un "Piccolo Mondo Antico".
Questo è il mondo musicale dove muove i suoi passi e splende brillante la stella di Carrie Newcomer che possiamo considerare, ora come ora, una tra le più grandi interpreti di musica folk al mondo.
Fosse nata in quel periodo d'oro del Greenwich Village, del primo Dylan e dei vari  Andersen, Ochs, Collins & Co.  la Newcomer avrebbe avuto la strada spianata verso un successo planetario.
In questi tempi bui dove tutto scorre troppo veloce e con poca umanità addosso le liriche e il lavoro di una folk-singer come Carrie Newcomer corrono il rischio di perdersi nel frastuono del "poco-o-nulla che ci circonda".
La prima volta che entrai in contatto con la sua musica (erano i tempi del suo greatest hits BETTY'S DINER - 2004) rimasi piacevolmente colpito dalle straordinarie doti compositivie e canore dell'artista originaria del Michigan. 
Una donna con le "palle". Che ha già mandato alle stampe 16 ottimi dischi e che, per entrare in contatto con le "cose della vita" ha viaggiato per il mondo come  "Ambasciatrice Culturale" portando la sua musica in India ed in Kenya contribuendo a cause nobili come la lotta contro la fame. 
Insomma una vera e propria paladina delle Grandi Cause che, con la forza della sua chitarra e delle sue canzoni,  tenta di migliorare il mondo che le scorre accanto.
In questo suo disco registrato dal vivo la sera del 15 ottobre 2016 nel teatro Buskirk-Chumley di Bloomington, in quel dello stato dell'Indiana, dove la nostra Carrie attualmente vive, vi è dentro tutto il suo splendido "modo" di vivere e intendere le cose della vita.
Scorrono così canzoni di una bellezza rara ed adamantina, come SANCTUARY, A LIGHT IN THE WINDOW, I BELIVE, GEODES, THE GATHERING OF SPIRITS, tanto per citarne solo alcune.
Diciotto splendide diapositive di un "Piccolo Mondo Antico" per farci capire che il bello esiste ancora. Ma va cercato, costruito, mantenuto.
Con Gary Walters al piano e accordion, Cameron Bailey alla batteria, Marta Gudmunsdottir  splendida al cello, Sumaia Jackson al violino, Steve Mascari al basso, Moira Smiley alle voci, Brandt Smith al banjo e  Jordan Tice alla chitarra e mandolino  Carrie Newcomer con queste preziose registrazioni live ci apre le porte del suo "mondo musicale".
Un "Piccolo Mondo Antico".
Disco Splendente.



(Carrie Newcomer - The Gathering of Spirits)









martedì 7 novembre 2017

SERGIO CAPUTO & FRANCESCO BACCINI - CHEWING GUM BLUES (THE SWING BROTHERS)



⭐⭐⭐⭐⭐

(ALCATRAZ MOON ITALIA - 2017)


I cantautori Sergio Caputo e Francesco Baccini uniscono le loro forze e, sotto la bandiera di "The Swing Brothers"  mandano alle stampe un disco di pregevole fattura. 
Un disco di Pura Musica  D'Autore Made  in Italy che suona fresco e piacevole sin dall'iniziale CHEWING GUM BLUES che titola il disco e che è una di quelle canzoni che ci si ritrova a canticchiare già dopo un primo veloce ascolto.
Ma è tutto l'impianto di questo progetto a funzionare alla grande. 
La chitarra e la voce di Caputo unitamente alla voce e al piano di Baccini  sviluppano uno swing-jazz dal sapore raffinato. 
Risplendono così ballate in puro Baccini - Style come TU NON SEI UNA BARBIE, PARANOIA IN LOMBARDIA BY NIGHT, MISTERY GIRL,  accanto a brani tipicamente swing come quella che titola la raccolta od ancora LE NOTTE SENZA FINE,  MA CHE GELIDA MANINA, NON FIDARTI DI ME mentre a chiudere alla grande  il disco vi è UNO STRACCIO DI BLUES che rimanda alla memoria un vecchio pezzo del SuperBacc  (FRATELLI DI BLUES - cantata con Alessandro Haber e che venne pubblicata sullo stupendo "NOSTRA SIGNORA DEGLI AUTOGRILL - 1999).
Passano gli anni ma, l'importante, è mantenere le proprie certezze. 
E Francesco Baccini per chi scrive è una Certezza. 
Un Geniale cantautore, sì, ma non solo: con il suo  passato da portiere che raccontai qui francesco-baccini-il-portiere-cantautore   Baccini è  una Leggenda.
Insomma ...  un  vero Numero 1.




(SERGIO CAPUTO & FRANCESCO BACCINI - CHEWING GUM BLUES)









domenica 15 ottobre 2017

MINK DE VILLE - WHERE ANGELS FEAR TO TREAD



⭐⭐⭐⭐⭐

(ATLANTIC - 1983)


Titolo e copertina di questo disco, a molti, diranno poco, tuttavia WHERE ANGELS FEAR TO TREAD contiene una canzone che conoscono tutti. Ma proprio tutti.
Alla traccia numero tre, il titolare dei Mink De Ville, Willy De Ville inserì una canzone bellissima che, alle nostre latitudini, è diventata famosa per essere stata la sigla televisiva del celebre programma Zelig: DEMASIADO CORAZON (TOO MUCH HEART).
La "latineggiante" canzone è solo una delle mille sfaccettature musicali che il più celebre "Zingaro" della Musica mostrò ai suoi estimatori in questo suo quinto disco.
Un disco "spesso", dove accanto a momenti di esaltazione e pathos travolgenti come nella canzone citata in precendeza si intrecciano momenti di intima riflessione come nell'iniziale EACH WORD'S A BEAT OF MY HEART o nella successiva RIVER OF TEARS.  La poetica visione di De Ville traspare in versi ispirati che ben si intrecciano con una strumentazione straordinaria ad opera di Rick Borgia alle chitarre, Louis Cortellezzi straordinario con il suo sax, Joey Vasta al basso, Ken Margolis ispirato come non mai al piano e organo, Joe Galdo con Fred Wickstrom e Richie Puente alle percussioni. Insomma una Band di pop/rock/post-punk da sballo.
Nel disco trova spazio una sola cover : AROUND THE CORNER che, nella stesura musicale dell'italiano Ezio Leoni con le parole scritte da Vito Pallavicini era originariamente intitolata COME POTREI  DIMENTICARTI della quale De Ville, probabilmente, ascoltò (innamorandosene) la prima versione in inglese cantata da Ben E. King.
Un disco dove non mancano pazzie pust-punk tanto care al nostro De Ville: KEEP YOUR MONKEY AWAY FROM MY DOOR ne è un esempio bello e buono.
In chiusura un altro pezzo da novanta: THE MOONLIGHT LET ME DOWN.
Là dove anche gli angeli hanno paura di cadere è arrivato il più Grande Gitano Musicale che abbia mai attraversato questa nostra vita ...
Il fatto che dischi come questo, ai tempi, passarono tiepidi all'approcio dei giudizi dei critici è un peccato che alla luce dell'attuale produzione musicale non può dirsi veniale.
Willy De Ville resta un Gigante.



(MINK DE VILLE - EACH WORD'S A BEAT OF MY HEART)




(MINK DE VILLE - DEMASIADO CORAZON)







lunedì 2 ottobre 2017

MUDDY WATERS - FOLK SINGER



⭐⭐⭐⭐⭐

(CHESS RECORDS - 1964)


Quintessenza del Blues declinato in versione "Unplugged"  questo FOLK SINGER, registrato nel settembre del 1963 da McKinley Morganfield  in Arte Muddy Waters, è un gioiello che splende di luce pura ancora oggi, più di 50 anni dopo.
Titolato FOLK SINGER in memoria di quell'epopea musicale che teneva banco in quel tempo in cui il disco fu registrato, questo  esperimento che la Chess Records volle mettere su nastro riportava  Muddy Waters alle sue origini: versioni  acustiche delle sue canzoni ma anche di classici di altre leggende come Willie Dixon e Sonny Boy Williamson.
Con Waters impegnato alla chitarra e voce ci sono Buddy Guy alle chitarre, Willie Dixon al basso e Clifton James alla batteria.
Alle nove tracce che componevano l'album originale  la versione rimasterizzata ed espansa  contiene altre cinque tracce registrate nell'aprile e nell'ottobre del  1964 con altri grandi comprimari della musica del diavolo a dar manforte a Muddy Waters.
Canzoni leggendarie come MY HOME IS IN THE DELTA, GOOD MORNING LITTLE SCHOOL GIRL, COUNTRY BOY , FEEL LIKE GOING HOME risuonano magiche in questa versione ... vestite da "folk singer".
Sempre Lode a Muddy Waters ... lui, il BLUES.



(MUDDY WATERS - FEEL LIKE GOING HOME)




domenica 24 settembre 2017

JOHN HIATT - CROSSING MUDDY WATERS



⭐⭐⭐⭐⭐

(VANGUARD - 2000)



La via della redenzione per tutte le storie d'amore interrotte di questo mondo passano per quel testo sofferto e straordinario che il rocker di Indianapolis John Hiatt mise nero su bianco quando scrisse la canzone CROSSING MUDDY WATERS. 
Con il titolo di quella canzone John Hiatt pubblicò, nel settembre del 2000, il suo sedicesimo album spiazzando completamente tutti i suoi fans.
Accantonati momentaneamente i sussulti  più "rock" del suo (straordinario) repertorio Hiatt ripropose la sua vicenda umana e musicale in 11 canzoni compilate e poi messe in musica con l'auto di David Immerglück (straordinario multistrumentista dei Countig Crows) al mandolino e chitarre e Davey Faragher al basso.
Il risultato di questo inedito formato a tre (senza batteria) è questo album, fatto di una musica acustica pura e profonda che può considerarsi tra le migliori performance di Hiatt.
Qua e là riaffiorano vene di istrionica ironia che, da sempre, contraddistingue la penna di John ma, in prevalenza, i toni soffusi del mandolino straordinario di Immerglück disegnano con la voce del Nostro Hiatt parabole di amori disintegrati dalle vicende della vita.
Così versi struggenti come quelli della canzone che titola il disco 

My baby's gone and I don't know why She let out this morning Like a rusty shot in a hollow sky She left me without warning Sooner than the dogs could bark And faster than the sun rose Down to the banks on an old mule car She took a flatboat across the shallow
She left me in my tears to drown She left a baby daughter Now the river's wide and deep and brown She's crossing muddy waters

ripensando al tragico suicidio della prima moglie di John assumono un significato molto chiaro e preciso.
Oppure i versi di WHAT DO WE DO NOW dove la riflessione si sposta su cosa fare adesso, dopo che l'amore è sfuggito

What if I can't stay what if you can't stay What if I can't leave what if you can't leave What if I believed every word you say What if you believed until today Do we call the kids or call the cops Can you hold me 'till this howling stops

Oppure ancora i versi spessi della canzone ONLY THE SONG SURVIVES o ancora le splendide GOD'S GOLDEN EYES, BEFORE I GO e GONE.
Un disco di profonda intima riflessione.
Un disco con l'Anima dentro.




(JOHN HIATT - CROSSING MUDDY WATERS)





(JOHN HIATT - WHAT DO WE DO NOW)








FIORELLA MANNOIA - COMBATTENTE



⭐⭐⭐⭐⭐

(COLUMBIA -  2016)



E' l'inconfondibile e  magistrale voce di Fiorella Mannoia a raccogliere e cantare una canzone che è un inno a quello che una mia amica chiamerebbe "resilienza".
COMBATTENTE è una canzone dal testo splendido e che titola un album uscito sul finire del 2016.
Il testo, scritto dalla giovane Federica Abbate a quattro mani con un figlio d'arte come Alfredo Rapetti (in arte Cheope), è un vero e proprio inno alla resistenza e vale la pena trasciverlo di seguito per quanti non l'avessero mai incrociato prima di ora:


Forse è vero, mi sono un po' addolcita
la vita mi ha smussato gli angoli
mi ha tolto qualche asperità
Il tempo ha cucito qualche ferita
e forse tolto anche i miei muscoli
un po' di elasticità
ma non sottovalutare la mia voglia di lottare
perché è rimasta uguale
non sottovalutare di me niente
sono comunque sempre una combattente
 E' una regola che vale in tutto l'universo
chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
e anche se la paura fa tremare
non ho mai smesso di lottare
Per tutto quello che è giusto
per ogni cosa che ho desiderato
per chi mi ha chiesto aiuto
per chi mi ha veramente amato
e anche se qualche volta ho sbagliato a qualcuno
non mi ha ringraziato mai
so che in fondo ritorna tutto quel che dai
     Perché è una regola che vale in tutto l'universo
chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
e anche se il mondo può far male
non ho mai smesso di lottare
 E' una regola che cambia tutto l'universo
perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso
e in questa lacrima infinita
c'è tutto il senso della vita
 E' una regola che vale in tutto l'universo
chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
e anche se il mondo può far male
non ho mai smesso di lottare
E' una regola che cambia tutto l'universo
perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso
e in questa lacrima infinita
c'è tutto il senso della mia vita
Passeranno gli anni ma, posso affermare per certo, che questa canzone resterà per sempre impressa nella Storia della Nostra Musica anche perchè l'interpretazione che ne fa la Mannoia è straordinaria. Sicuramente resterà.
Ma splendide sono anche I PENSIERI DI ZO scritta da Fabrizio Moro,  così come la canzone PERFETTI SCONOSCIUTI  che è stata la colonna sonora all'omonimo film di Genovese,  e come L'ULTIMO BABBO NATALE, ANIMA DI NEVE, L'ABITUDINE CHE HO.
L'album si chiude con un altro autentico capolavoro: LA TERRA DA LONTANO.
Quest'ultima canzone, che è a mio giudizio appena un palmo sotto COMBATTENTE, ed è frutto della collaborazione della Mannoia con Ivano Fossati rappresenta un modo diverso di vedere le cose della vita. Superlativa, nel testo e nella musica.
Un disco Magnifico questo COMBATTENTE.
Con questa canzone che è un Inno che passerà oltre il tempo, oltre  noi.



(FIORELLA MANNOIA - COMBATTENTE)








FRANCO BATTIATO - L'IMBOSCATA


⭐⭐⭐⭐⭐

(POLYGRAM - 1996)


Questo disco del Maestro Siciliano, pubblicato nell'autunno del  1996,  merita di essere annoverato nel Gotha della Musica italiano per la presenza di uno dei suoi pezzi più famosi: LA CURA.
La canzone, frutto del lavoro combinato tra lo stesso  Battiato e il fidato paroliere Manlio Sgalambro,  è di fatto una delle più belle canzoni che siano state mai composte.
Tra le leggende che ne hanno spiegato l'origine e il significato quella che forse è più aderente alla realtà è quella che vede la canzone come una composizione dedicata alla figura della Madre. Ma nulla toglie che, comunque la si voglia leggere, questa canzone, è una declinazione definitiva dell'Amore.
Un gioiello che, di fatto ha trascinato tutto l'album che, con Napoleone in copertina non poteva che essere un Grande Disco.
Canzoni da ricordare sono anche SEGUNDA FEIRA, DI PASSAGGIO, ECCO COM'E' CHE VA IL MONDO, STRANI GIORNI.
L'album arrivò a scalare le classifiche di vendita e, tutt'ora, è da considerarsi tra i più ispirati del Maestro Siciliano.
Magistrale.



(FRANCO BATTIATO - LA CURA)





JOHN CAMPBELL - ONE BELIEVER


⭐⭐⭐⭐

(ELEKTRA -  1991)


Sin dalle prime battute dell'iniziale DEVIL IN MY CLOSET  si  intuisce come  questo (splendido) disco di Blues  sia un viaggio nella notte oscura tra parecchi  demoni e (rare) possibilità di redenzione.
Un "Blues Atipico" quello proposto da John Campbell nel suo ONE BELIEVER. 
Un Blues che si potrebbe definire "Urbano".  
Maestro della Chitarra e dotato di una voce che veste a pennello sulle atmosfere oscure che attraversano il viaggio  Campbell consegna alla storia del blues una decina di tracce degne della massima attenzione.
Tra i ritmi propri del voodoo (VOODOO EDGE), tra l'inquietante espressione che appare sulla copertina del disco,  pare proprio che Campbell possa essere un sacerdote dedito ad attività "luciferine".
Splendida ONE BELIEVER che titola il disco, ma, nel complesso è tutto l'impianto "demoniaco" che funziona come una macchina lanciata a pieno regime.
C'è tanta sostanza in questo disco che, per quanto oscuro, è tra i migliori album di blues di ogni tempo.
Da riscoprire.



(JOHN CAMPBELL - ONE BELIEVER)





sabato 23 settembre 2017

JACKSON BROWNE - JACKSON BROWNE


⭐⭐⭐⭐⭐

(ASYLUM  -  1972)


Splendente.
L'esordio del cantautore americano Jackson Browne è un album di raffinata bellezza.
Registrato nel 1971 il disco JACKSON BROWNE  vede la luce nel gennaio del 1972 e subito mette sul tavolo tutta la straordinaria classe di un songwriter ispirato e dotato di una penna magica.
Nato in Germania nel 1948  ma ben presto ritornato alla base, nei paraggi di Los Angeles, figlio dell'epopea musicale propria del Greenwich Village, epoca di forti ideali e di quelle battaglie che sono proprie di chi ha dentro grandi valori  Jackson Browne incide per questo suo primo lavoro 10 canzoni.
Sono tutte canzoni "dense", che raccontano di spaccati di vita quotidiana  declinati con una sensibilità non comune, che fanno di questo disco e del suo autore riferimenti imprescindibili per chiunque voglia approfondire la storia del songwriting made in U.S.A.
Una canzone come SONG FOR ADAM, ad esempio, ha la dolcezza e la sensibilità per rendere immortale la figura dell'amico per la quale Browne compose il pezzo.
Con assi come Albert Lee alla chitarra nelle canzoni A CHILD IN THESE HILLS e UNDER THE FALLING SKY e Davide Crosby alle armonie vocali JACKSON BROWNE è un capolavoro che,  riascoltato 45 anni dopo la sua realizzazione, racconta storie sempre attuali e regala emozioni eterne.
Splendente, l'ho già detto, e aggiungo Magico.

 

(JACKSON BROWNE - SONG FOR ADAM)





sabato 16 settembre 2017

THE ALLMAN BROTHERS BAND - LIVE AT FILLMORE EAST



⭐⭐⭐⭐⭐

(CAPRICORN - 1971)


Il Miglior Album "Live" della storia della musica uscì  nel  luglio del  1971.
I fratelli Gregg e Duane Allman  con la loro THE ALLMAN BROTHERS BAND mandarono alle stampe in quell'anno il celebre "LIVE AT FILLMORE  EAST".
Registrato in due serate, il 12 e 13 marzo del  1971, nel celebre locale di New York il disco in questione  rende esattamente l'idea di quella straordinaria macchina del "Southern Rock" che furono gli Allman Brothers.
La formazione che esibì in quelle serate di marzo era quella "originale e inarrivabile"  con Duane Allman e Dickey Betts alla chitarra, Gregg Allman all'organo e piano e voce, Berry Oakley al basso, Jai "Jaimoe" Johanson e Butch Trucks alla batteria e percussioni.
Le "leggendarie" canzoni che trovarono posto nel  doppio album  rispondono ai titoli di:
STATESBORO BLUES
DONE SOMEBODY WRONG
STORMY MONDAY
YOU DON'T LOVE ME
HOT' LANTA
IN MEMORY OF ELIZABETH REED
WHIPPING POST
Sette canzoni  per  quasi 79  minuti di musica che travalica il tempo e lo spazio e (giustamente) è da considerarsi il punto più alto della produzione musicale della band dei fratelli Allman.
La commistione dei suoni che passano nel breve volgere di un attimo  dal rock-blues al southern-rock e al jazz- blues la chitarra di Duane e del suo "slide style"  che duetta con quella di Dickey la voce nera e il virtuosismi al piano di Gregg  e lo straordinario lavoro della sezione ritmica rendono questo LIVE AT FILLMORE EAST un disco imprescindibile per ogni appassionato di musica.
La storia della band cambiò poco dopo l'uscita del disco: il 29 ottobre di quel 1971, infatti,  Duane Allman perse la vita  in un incidente stradale. 
Con la sua scomparsa si perse anche quel suono, Unico, che resterà per sempre nei solchi di questo splendido album.



(THE ALLMAN BROTHERS BAND - STATESBORO BLUES)




mercoledì 23 agosto 2017

ALICE - GIOIELLI RUBATI



⭐⭐⭐⭐⭐

(EMI - 1985)


GIOIELLI RUBATI uscì nel 1985 e fu uno dei primi dischi in vinile che acquistai. 
La splendida voce di Alice, con quelle sue  particolari e straordinarie  tonalità, accompagnava il "furto" di  nove canzoni appartenenti alla già notevole mole di capolavori del Maestro Siciliano Franco Battiato. 
Erano anni, quelli,  in cui  i due artisti collaboravano tra loro in maniera assidua
La scaletta di quel disco la mandai a memoria nel breve volgere di pochi ascolti e, tuttora, la ricordo in maniera chiara, nitida. 
Poche note o un ascolto casuale e magari anche distratto di quelle canzoni  e ritorno indietro al 1985, all'epoca dell'adolescenza. 
Potenza della Musica, certo, ma anche di quella predisposizione mentale  e della personalità che, mi sembra di sentire il mio amico Marco di Roma, la splendida  Florence Littauer definirebbe del "Perfetto Malinconico".
I "Gioielli" che Alice rubò al Maestro e fece suoi erano:
PROSPETTIVA NEVSKI
IL RE DEL MONDO
MAL D'AFRICA
SEGNALI DI VITA
LE AQUILE
SUMMER ON A SOLITARY BEACH
GLI UCCELLI
UN'ALTRA VITA
LUNA INDIANA.
Tutte canzoni che già, all'epoca, potevano considerarsi dei "Classici" del repertorio di Battiato poi passate alla Storia della Musica D'Autore dell'Italico Stivale.
La produzione del disco fu affidata  ad Angelo Carrara che, all'epoca, era il produttore "naturale" di tutte le Meraviglie del Maestro Siciliano.
Al brano che chiude il disco, LUNA INDIANA, che in origine  fu pubblicato da Battiato nell'album L'ERA DEL CINGHIALE BIANCO come brano solo strumentale accompagnato in chiusura da una pressochè incomprensibile preghiera, in questa versione di ALICE si arricchisce di uno splendido testo in "stile sufi" opera di Francesco Messina.
Con gli arrangiamenti curati da Roberto Cacciapaglia, le tastiere e le programmazioni al computer curate da Aldo Banfi, le tastiere di Michele Fedrigotti e gli Archi e Fiati a cura dell'Orchestra della Scala di Milano GIOIELLI RUBATI  fu registrato nel febbraio 1985 presso lo Studio Sette in Milano dal tecnico del suono Franco Zorzi  e venne mixato nel successivo mese di marzo al Power Statio di New York da Jeff Friedriekson.
Mai nessuno prima di Alice e mai nessuno ora come ora, più di trent'anni dopo, è riuscito a reinterpretare le canzoni del Maestro Siciliano così come sono cantante in questo album.
Unico & Inimitabile.




(ALICE - PROSPETTIVA NEVSKI)




(ALICE - LUNA INDIANA)








lunedì 31 luglio 2017

GREGORY PORTER - TAKE ME TO THE ALLEY


⭐⭐⭐⭐⭐

(BLUE NOTE - 2016)


Gregory Porter è un mio coscritto e questo basta per rendermelo musicalmente simpatico.
Classe 1971, originario di Sacramento in California, Porter ha mandato alle stampe questo suo quarto disco il giorno del mio 45mo  compleanno: il 6 maggio dello scorso anno e questa cosa me lo rende sempre più simpatico. 
Cantante jazz con forti connotazioni soul/gospel  Gragory Porter  è,  ai nostri giorni, quello che Bill Withers è stato lungo l'arco degli anni settanta/ottanta.  
Dotato di una voce  carica,  forte, bella ed espressiva in questo TAKE ME TO THE ALLEY  Porter confeziona dodici splendide canzoni che si ascoltano con estremo piacere e, mischiando jazz e soul, ci regala quasi un'ora di pura estasi.  Per tematiche e sensibilità artistica il paragone con Withers calza a pennello. Porter compone liriche di prim'ordine.
Semplicemente fantastiche suonano MORE THAN A WOMAN, l'iniziale HOLDING ON, CONSEQUENCE OF LOVE,  ma anche IN HEAVEN, IN FASHION, DON'T BE A FOOL.
La voce di Porter diviene familiare nel giro di pochi ascolti. Entra dentro la testa ed è difficile toglierselo dalla mente. Esaltante.
La compagnia che veste di suoni le sue composizioni è di prim'ordine: alla voce in alcuni episodi del disco c'è Alicia Olatujia, al piano Chip Crawford, al basso Aaron James, alla batteria Emanuel Harrold, alla tromba Keyon Harrold, al sassofono tenore Tivon Pennicott, al sassofono contralto Yosuke Sato per finire con Ondrej Pivec all'organo: il tutto per brevità definibile una SuperBand che ha seguito Porter sin dal suo esordio nel 2010.
TAKE ME TO THE ALLEY è una Vera Meraviglia. 




(MORE THAN A WOMAN - GREGORY PORTER)



(CONSEQUENCE OF LOVE - GREGORY PORTER)






domenica 30 luglio 2017

DENNIS WILSON - PACIFIC OCEAN BLUE


⭐⭐⭐⭐⭐

(CARIBOU RECORDS - 1977)


Un disco di Culto Assoluto. 
Il primo e unico album  pubblicato (in vita) dal secondo dei tre fratelli Wilson: Dennis.  
I fratelli Wilson, i celebri  Beach Boys,  per anni hanno incarnato il  "California Dream". Ma poi, a ben guardare l'unico che aveva davvero nel cuore, nelle vene e nel sangue la California, il sole il mare e il surf era solo lui: Dennis.  Era l'unico surfista "vero" del gruppo e la sua anima molto legata all'ecologia e ai problemi dell'ambiente ne facevano un autentico portabandiera del sogno della California.
Siamo nel cuore degli anni settanta e Dennis Wilson che di quei Beach Boys era il batterista fu il primo del gruppo a trovare la via per la pubblicazione di un disco come solista. 
A dargli manforte fu James William Guercio che con la sua piccola etichetta,   Caribou Records, diede un punto di approdo alle liriche struggenti e piene di vita e di mare di Dennis.
PACIFIC OCEAN BLUE uscì esattamente 40 anni fa: il 22 agosto del 1977. 
Nel disco trovarono posto 12 splendide canzoni, dall'iniziale RIVER SONG (che fu composta anni prima, nel 1971) a MOONSHINE, da FRIDAY NIGHT a  DREAMER, da THOUGHTS OF YOU a FAREWELL MY FRIEND da TIME alla canzone che titola il disco PACIFIC OCEAN BLUED  da TIME a RAINBOWS, da WHAT'S WRONG a END OF THE SHOW : una serie di liriche splendide improntate a tematiche che, in quegli anni settanta, legavano i sentimenti dell'amore universale ad altre  legate alla difesa, cura e amore dell'ambiente. Il disco ottenne ottime recensioni e raggiunse la posizione 96 nelle classifiche di vendita stilate da Billboard. Un ottimo risultato per quello che qualcuno ancora si ostinava a considerare "solo" il batterista dei Beach Boys, sempre all'ombra del fratello "genio"  Brian.
Il sogno di Dennis Wilson era quello di rimettere in sesto una vecchia imbarcazione chiamata "The Harmony"  e poi prendere la via del mare ... e viverci in quel magnifico Oceano Blu.
Wilson morì il 28 dicembre del 1983 a soli 39 anni annegando, ubriaco, proprio nel mare che aveva tanto amato.
La tumulazione della sua salma nel mare al largo della costa della California fu accompagnata dalle note di una delle sue splendide canzoni: FAREWELL MY FRIEND.
Nel 2008 verrà pubblicato postumo il secondo album che Dennis registrò subito dopo PACIFIC OCEAN BLUE: BAMBU (THE CARIBOU SESSIONS).
40 anni dopo, a testimonianza del suo sogno, restano queste registrazioni che risplendono sempre di una luce unica ... come il sole del Sogno della California.




(FAREWELL MY FRIEND - DENNIS WILSON)





(RIVER SONG - DENNIS WILSON)





sabato 29 luglio 2017

FRANCESCO DE GREGORI - RIMMEL


⭐⭐⭐⭐⭐

(RCA - 1975)

Mi bastano due note di PABLO per ritornare sempre con la mente indietro nel tempo e nello spazio ad un giorno dell'agosto 1988 quando, insieme all'amica Paola, ascoltammo a ripetizione questa canzone che rieccheggiò così più volte fuori dalla finestra aperta della sua cameretta in giro un po' per tutto il cielo azzurro di  Bormio.
Disco di "raffinata" ed "elegante" bellezza questo RIMMEL che conteneva, appunto, la canzone PABLO è il quarto disco di De Gregori e, seppur datato 1975, all'ascolto ripetuto anche ora, 42 anni dopo, suona splendido come solo i Capolavori allo Stato Puro sanno essere.
Prodotto e arrangiato dallo stesso De Gregori con l'ausilio di Ubaldo Consoli in qualità di tecnico del suono questo disco raccoglie alcune tra le liriche più belle del cantautore romano tanto che è difficile citarne una ... e allora vale la pena ripercorrere l'intera track-list che  allinea:

RIMMEL
PEZZI DI VETRO
IL SIGNOR HOOD
PABLO
BUONANOTTE FIORELLINO
LE STORIE DI IERI
QUATTRO CANI
PICCOLA MELA
PIANO BAR

Accompagnato dai "Cyan" che erano già al servizio di Riccardo Cocciante e con la preziosa chitarra di Renzo Zenobi nascono le canzoni di RIMMEL.
Un disco di straordinaria bellezza che, in quella canzone che citavo in apertura e che racconta di morte emigrazione e solitudine, mi riporta sempre un po' indetro nel tempo ... alla meglio gioventù.
Capolavoro Assoluto.




(RIMMEL - DE GREGORI)


ENNIO MORRICONE - THE MISSION


⭐⭐⭐⭐⭐

(VIRGIN RECORDS LTD. - 1986)


Correva l'agosto del 1992. 
Nel corso di  un assolato pomeriggio passato tra le vie di Cattolica mi fermai davanti alla vetrina di un negozio di dischi (all'epoca ne esistevano ancora parecchi...) e la mia attenzione si fermò subito sulla copertina del  CD della colonna sonora del film MISSION scritta dal maestro Ennio Morricone nel 1986.
Seppur il Maestro Italiano deve la sua fama alle colonne sonore scritte per  i celebri film western diretti da  Sergio Leone la colonna sonora di MISSION contiene uno dei pezzi più affascinanti della discografia legata all'intera storia del cinema mondiale: GABRIEL'S OBOE.
Le musiche del Maestro Italiano che,  per la realizzazione di questa colonna sonora, si trovò a dirigere  la celebre "London Philharmonic Orchestra" sono da sempre sinonimo di Grande Musica.
Oltre alla canzone già citata in questa meravigliosa colonna sonora vi sono altre gemme come AVE MARIA GUARANI dove risplende il lavoro della Corale diretta dal Maestro David Bedford, e poi la brevissima ma intensa melodia intitolata BROTHERS. Pezzi davvero unici di un vero Maestro che ha reso Onore al Nostro Paese e alla Musica Mondiale.
Colonna Sonora da Sogno.





(GABRIEL'S OBOE - THE MISSION -OST-  ENNIO MORRICONE)









(BROTHERS-  THE MISSION- OST- ENNIO MORRICONE)






venerdì 28 luglio 2017

BOBBY CHARLES - LAST TRAIN TO MEMPHIS



⭐⭐⭐⭐⭐

(BOGALUSA RECORDS - 2004)


Quando uscì questo disco, nell'aprile del 2004, gli amanti della musica di Bobby Charles si trovarono tra le mani un autentico Tesoro.
Il credo musicale di uno dei più grandi interpreti della musica delle "paludi" di New Orleans è infatti raccolto in questo doppio disco. 
Trentaquattro canzoni che spaziano in un arco temporale che si allarga dal 1971 al 2001 attingendo un po' a tutta quanta la (splendida) discografia di Charles.
Un (doppio) disco ove a farla da padrone è il Rock & Roll di New Orleans, di Abbeville, città natale di Charles, in un connubio unico tra il lato "cajun" dell'artista e le atmosfere tipiche della Louisiana.
Non mancano i grandi classici come SEE YOU LATER ALLIGATOR, e non mancano grandi ospiti come Fats Domino, Sonny Landreth, Delbert McClinton, Maria e Geoff Muldaur, Willie Nelson, Neil Young ...  tutti riuniti insieme in una serie di registrazioni uniche  che rappresentano la colonna sonora di una città, una regione, e in fondo anche di un modo di intendere e vivere le cose della vita.
Leggende della Louisiana.



(WALKING TO NEW ORLEANS - BOBBY CHARLES)




martedì 11 luglio 2017

NICK DRAKE - PINK MOON


⭐⭐⭐⭐⭐

(ISLAND - 1972)


C'è chi dice di averlo intravisto, in una notte con una splendida luna colorata di rosa, il fantasma del giovane Nick Drake venir fuori dai solchi di questo disco "magico"... e non è una Leggenda.
Registrato in "presa diretta" nel corso di due sole notti sul finire del mese di ottobre del 1971 PINK MOON è l'ultimo album pubblicato da Nick Drake prima della prematura scomparsa ed  è considerato un "Capolavoro" per antonomasia.
Nick Drake incise queste undici canzoni per sola chitarra e voce con l'aiuto del produttore e tecnico del suono John Wood. Nessun altro artista o tecnico venne chiamato ad accompagnare il suo triste e solitario commiato artistico.
Colpito ormai da tempo dal  "quel male di vivere" che è rappresentato dalla depressione il cantautore inglese  compose per questo ultimo lavoro liriche dalle quali trapela una agghiacciante malinconia.
Di lì a due anni, il 24 novembre 1974, l'artista abuserà dei suoi antidepressivi trovando la pace nell'abbraccio della morte.
Le canzoni,  dall'iniziale PINK MOON (ove vi è la sola ed unica sovraincisione del disco con una parte di pianoforte suonata dallo stesso Drake) passando per PLACE TO BE, THING BEHIND THE SUN sino alla conclusiva FROM THE MORNING seguono un percorso di "elegante malinconia". 
Le  note della chitarra di Drake suonano essenziali, precise, ed a tratti sembra persino di sentirne più di una di chitarra ... tale è la capacità artistica di Nick. 
E proprio questi suoni "inusuali" che uscirono fuori dalla chitarra di Drake nel corso di quelle due  "session" notturne fanno parte di quella Leggenda che ha reso Immortale questo disco.
Nei primi anni 2000 la Volkswagen  utilizzerà la canzone PINK MOON per una campagna commerciale che avrà il merito di riportare in auge tutta la perizia di un Talento assoluto.
Un disco "Fantastico". 
Genio. 




(NICK DRAKE - PINK MOON)




(NICK DRAKE -PLACE TO BE)

sabato 8 luglio 2017

MELANIE - PHOTOGRAPH



⭐⭐⭐⭐⭐

(ATLANTIC RECORDS - 1976)

Corre l'anno di grazia 1976 quando, per la copertina del suo diciannovesimo disco  e dopo aver già piazzato brani al # 1 della classifica di vendita certificata da Billboard (nel 1971 con il brano Brand New Key),  la cantautrice americana (ma di origini italo-russe)  Melanie Safka sceglie di mettere una sua fotografia in primo piano e nulla più: nemmeno il titolo dell'album.
Donna bellissima e dall'irresistibile fascino Melanie è, in quell'epoca, l'ultima delle ambasciatrici del "power flower". Le sue canzoni, dal 1969 e sin lì, sono state degli inni all'amore, alla pace, alla fratellanza. 
Giunti alle soglie della seconda metà degli anni settanta, però, quel movimento sembra essere ormai superato, archiviato,  e pronto per passare alla storia. 
Così Melanie per dare una svolta alla sua vicenda artistica, dopo aver per anni mandato alle stampe dischi con due  etichette  come la Buddah e poi la Neighborhood  (da lei stessa fondata), si affida  ad una Major e, in particolare, ad una persona che, a quei tempi, è decisamente il Re dei numeri uno: il boss dell'Atlantic Ahmet Ertegun.
Nasce così, con un "Padrino" di eccezione,  tra il febbraio e il settembre del 1976 il disco PHOTOGRAPH. 
Melanie (che tra una registrazione e l'altra spende sempre più tempo a dedicarsi anima e corpo al volontariato e alla realizzazione di grandi spettacoli per raccogliere fondi da donare poi in beneficenza) raccoglie in queste undici canzoni di PHOTOGRAPH  le tematiche che più le stanno a cuore e che restano sempre legate ai temi dell'amore, della passione della forza di valori come l'amicizia, e dei legami con le tradizioni, il passato.
Canzoni di bellezza pura ed adamantina come CYCLONE, IF I NEEDED YOU, THE LETTER, SAVE ME, RAINDANCE, per citarne alcune, sono come pezzi di cuore donate ai propri fans.
Ma, dicevo, i tempi sono cambiati e il disco, nonostante l'indubbio valore delle liriche e delle musiche (riconosciuto postumo), vende poco e di fatto,  condanna la cantautrice ad una sorta di oblio che non avrà fine.
Disco immerso pienamente negli anni settanta è uno di quelli che bisognerebbe "obbligatoriamente" far risuonare nelle nostre stanze, nei nostri tempi. Un Tesoro che andrebbe fatto conoscere alle nuove generazioni.
La versione "Double Exposure" mandata alle stampe dalla Rhino  pochi anni fa contiene oltre al disco originale un secondo cd con versioni alternative e inediti.
Alle percussioni un Grande della Musica come Jeff Porcaro mentre la fotografia di copertina del disco è opera di un artista immenso come Bob Cato.
Basterebbe il testo della canzone che titola il disco per spiegare al mondo quanto grande è l'Arte di questa ragazza ... liriche limpide che richiamano echi del passato ...
Ad avere il coraggio e la voglia di ritornarci ...

PHOTOGRAPH
Do you have a photograph when you were still in high school
Were you happy in it
Little reason lots of rhyme
Were you happy in it at the time

Way back in your memory
Do you recall the line
When your heart was in it
And your reason changed your mind
Did you love forever at the time

Are you living here and now
Or in the moments past
Is now tomorrow's memory and will the memory last
How much of this will pass

Do you have a photograph when you were only growing
And your heart was in it
And your reason changed your mind
When you loved forever
But your reason changed your mind

The songs that you once loved to sing
Are ones that make you cry
And wouldn't you just give it all to never say goodbye
We once lived in forevers
But we learned to say goodbye




(MELANIE - PHOTOGRAPH)





(MELANIE - RAINDANCE)






(MELANIE - SAVE ME)