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domenica 24 settembre 2017

JOHN HIATT - CROSSING MUDDY WATERS



⭐⭐⭐⭐⭐

(VANGUARD - 2000)



La via della redenzione per tutte le storie d'amore interrotte di questo mondo passano per quel testo sofferto e straordinario che il rocker di Indianapolis John Hiatt mise nero su bianco quando scrisse la canzone CROSSING MUDDY WATERS. 
Con il titolo di quella canzone John Hiatt pubblicò, nel settembre del 2000, il suo sedicesimo album spiazzando completamente tutti i suoi fans.
Accantonati momentaneamente i sussulti  più "rock" del suo (straordinario) repertorio Hiatt ripropose la sua vicenda umana e musicale in 11 canzoni compilate e poi messe in musica con l'auto di David Immerglück (straordinario multistrumentista dei Countig Crows) al mandolino e chitarre e Davey Faragher al basso.
Il risultato di questo inedito formato a tre (senza batteria) è questo album, fatto di una musica acustica pura e profonda che può considerarsi tra le migliori performance di Hiatt.
Qua e là riaffiorano vene di istrionica ironia che, da sempre, contraddistingue la penna di John ma, in prevalenza, i toni soffusi del mandolino straordinario di Immerglück disegnano con la voce del Nostro Hiatt parabole di amori disintegrati dalle vicende della vita.
Così versi struggenti come quelli della canzone che titola il disco 

My baby's gone and I don't know why She let out this morning Like a rusty shot in a hollow sky She left me without warning Sooner than the dogs could bark And faster than the sun rose Down to the banks on an old mule car She took a flatboat across the shallow
She left me in my tears to drown She left a baby daughter Now the river's wide and deep and brown She's crossing muddy waters

ripensando al tragico suicidio della prima moglie di John assumono un significato molto chiaro e preciso.
Oppure i versi di WHAT DO WE DO NOW dove la riflessione si sposta su cosa fare adesso, dopo che l'amore è sfuggito

What if I can't stay what if you can't stay What if I can't leave what if you can't leave What if I believed every word you say What if you believed until today Do we call the kids or call the cops Can you hold me 'till this howling stops

Oppure ancora i versi spessi della canzone ONLY THE SONG SURVIVES o ancora le splendide GOD'S GOLDEN EYES, BEFORE I GO e GONE.
Un disco di profonda intima riflessione.
Un disco con l'Anima dentro.




(JOHN HIATT - CROSSING MUDDY WATERS)





(JOHN HIATT - WHAT DO WE DO NOW)








FIORELLA MANNOIA - COMBATTENTE



⭐⭐⭐⭐⭐

(COLUMBIA -  2016)



E' l'inconfondibile e  magistrale voce di Fiorella Mannoia a raccogliere e cantare una canzone che è un inno a quello che una mia amica chiamerebbe "resilienza".
COMBATTENTE è una canzone dal testo splendido e che titola un album uscito sul finire del 2016.
Il testo, scritto dalla giovane Federica Abbate a quattro mani con un figlio d'arte come Alfredo Rapetti (in arte Cheope), è un vero e proprio inno alla resistenza e vale la pena trasciverlo di seguito per quanti non l'avessero mai incrociato prima di ora:


Forse è vero, mi sono un po' addolcita
la vita mi ha smussato gli angoli
mi ha tolto qualche asperità
Il tempo ha cucito qualche ferita
e forse tolto anche i miei muscoli
un po' di elasticità
ma non sottovalutare la mia voglia di lottare
perché è rimasta uguale
non sottovalutare di me niente
sono comunque sempre una combattente
 E' una regola che vale in tutto l'universo
chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
e anche se la paura fa tremare
non ho mai smesso di lottare
Per tutto quello che è giusto
per ogni cosa che ho desiderato
per chi mi ha chiesto aiuto
per chi mi ha veramente amato
e anche se qualche volta ho sbagliato a qualcuno
non mi ha ringraziato mai
so che in fondo ritorna tutto quel che dai
     Perché è una regola che vale in tutto l'universo
chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
e anche se il mondo può far male
non ho mai smesso di lottare
 E' una regola che cambia tutto l'universo
perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso
e in questa lacrima infinita
c'è tutto il senso della vita
 E' una regola che vale in tutto l'universo
chi non lotta per qualcosa ha già comunque perso
e anche se il mondo può far male
non ho mai smesso di lottare
E' una regola che cambia tutto l'universo
perché chi lotta per qualcosa non sarà mai perso
e in questa lacrima infinita
c'è tutto il senso della mia vita
Passeranno gli anni ma, posso affermare per certo, che questa canzone resterà per sempre impressa nella Storia della Nostra Musica anche perchè l'interpretazione che ne fa la Mannoia è straordinaria. Sicuramente resterà.
Ma splendide sono anche I PENSIERI DI ZO scritta da Fabrizio Moro,  così come la canzone PERFETTI SCONOSCIUTI  che è stata la colonna sonora all'omonimo film di Genovese,  e come L'ULTIMO BABBO NATALE, ANIMA DI NEVE, L'ABITUDINE CHE HO.
L'album si chiude con un altro autentico capolavoro: LA TERRA DA LONTANO.
Quest'ultima canzone, che è a mio giudizio appena un palmo sotto COMBATTENTE, ed è frutto della collaborazione della Mannoia con Ivano Fossati rappresenta un modo diverso di vedere le cose della vita. Superlativa, nel testo e nella musica.
Un disco Magnifico questo COMBATTENTE.
Con questa canzone che è un Inno che passerà oltre il tempo, oltre  noi.



(FIORELLA MANNOIA - COMBATTENTE)








FRANCO BATTIATO - L'IMBOSCATA


⭐⭐⭐⭐⭐

(POLYGRAM - 1996)


Questo disco del Maestro Siciliano, pubblicato nell'autunno del  1996,  merita di essere annoverato nel Gotha della Musica italiano per la presenza di uno dei suoi pezzi più famosi: LA CURA.
La canzone, frutto del lavoro combinato tra lo stesso  Battiato e il fidato paroliere Manlio Sgalambro,  è di fatto una delle più belle canzoni che siano state mai composte.
Tra le leggende che ne hanno spiegato l'origine e il significato quella che forse è più aderente alla realtà è quella che vede la canzone come una composizione dedicata alla figura della Madre. Ma nulla toglie che, comunque la si voglia leggere, questa canzone, è una declinazione definitiva dell'Amore.
Un gioiello che, di fatto ha trascinato tutto l'album che, con Napoleone in copertina non poteva che essere un Grande Disco.
Canzoni da ricordare sono anche SEGUNDA FEIRA, DI PASSAGGIO, ECCO COM'E' CHE VA IL MONDO, STRANI GIORNI.
L'album arrivò a scalare le classifiche di vendita e, tutt'ora, è da considerarsi tra i più ispirati del Maestro Siciliano.
Magistrale.



(FRANCO BATTIATO - LA CURA)





JOHN CAMPBELL - ONE BELIEVER


⭐⭐⭐⭐

(ELEKTRA -  1991)


Sin dalle prime battute dell'iniziale DEVIL IN MY CLOSET  si  intuisce come  questo (splendido) disco di Blues  sia un viaggio nella notte oscura tra parecchi  demoni e (rare) possibilità di redenzione.
Un "Blues Atipico" quello proposto da John Campbell nel suo ONE BELIEVER. 
Un Blues che si potrebbe definire "Urbano".  
Maestro della Chitarra e dotato di una voce che veste a pennello sulle atmosfere oscure che attraversano il viaggio  Campbell consegna alla storia del blues una decina di tracce degne della massima attenzione.
Tra i ritmi propri del voodoo (VOODOO EDGE), tra l'inquietante espressione che appare sulla copertina del disco,  pare proprio che Campbell possa essere un sacerdote dedito ad attività "luciferine".
Splendida ONE BELIEVER che titola il disco, ma, nel complesso è tutto l'impianto "demoniaco" che funziona come una macchina lanciata a pieno regime.
C'è tanta sostanza in questo disco che, per quanto oscuro, è tra i migliori album di blues di ogni tempo.
Da riscoprire.



(JOHN CAMPBELL - ONE BELIEVER)





sabato 23 settembre 2017

JACKSON BROWNE - JACKSON BROWNE


⭐⭐⭐⭐⭐

(ASYLUM  -  1972)


Splendente.
L'esordio del cantautore americano Jackson Browne è un album di raffinata bellezza.
Registrato nel 1971 il disco JACKSON BROWNE  vede la luce nel gennaio del 1972 e subito mette sul tavolo tutta la straordinaria classe di un songwriter ispirato e dotato di una penna magica.
Nato in Germania nel 1948  ma ben presto ritornato alla base, nei paraggi di Los Angeles, figlio dell'epopea musicale propria del Greenwich Village, epoca di forti ideali e di quelle battaglie che sono proprie di chi ha dentro grandi valori  Jackson Browne incide per questo suo primo lavoro 10 canzoni.
Sono tutte canzoni "dense", che raccontano di spaccati di vita quotidiana  declinati con una sensibilità non comune, che fanno di questo disco e del suo autore riferimenti imprescindibili per chiunque voglia approfondire la storia del songwriting made in U.S.A.
Una canzone come SONG FOR ADAM, ad esempio, ha la dolcezza e la sensibilità per rendere immortale la figura dell'amico per la quale Browne compose il pezzo.
Con assi come Albert Lee alla chitarra nelle canzoni A CHILD IN THESE HILLS e UNDER THE FALLING SKY e Davide Crosby alle armonie vocali JACKSON BROWNE è un capolavoro che,  riascoltato 45 anni dopo la sua realizzazione, racconta storie sempre attuali e regala emozioni eterne.
Splendente, l'ho già detto, e aggiungo Magico.

 

(JACKSON BROWNE - SONG FOR ADAM)





sabato 16 settembre 2017

THE ALLMAN BROTHERS BAND - LIVE AT FILLMORE EAST



⭐⭐⭐⭐⭐

(CAPRICORN - 1971)


Il Miglior Album "Live" della storia della musica uscì  nel  luglio del  1971.
I fratelli Gregg e Duane Allman  con la loro THE ALLMAN BROTHERS BAND mandarono alle stampe in quell'anno il celebre "LIVE AT FILLMORE  EAST".
Registrato in due serate, il 12 e 13 marzo del  1971, nel celebre locale di New York il disco in questione  rende esattamente l'idea di quella straordinaria macchina del "Southern Rock" che furono gli Allman Brothers.
La formazione che esibì in quelle serate di marzo era quella "originale e inarrivabile"  con Duane Allman e Dickey Betts alla chitarra, Gregg Allman all'organo e piano e voce, Berry Oakley al basso, Jai "Jaimoe" Johanson e Butch Trucks alla batteria e percussioni.
Le "leggendarie" canzoni che trovarono posto nel  doppio album  rispondono ai titoli di:
STATESBORO BLUES
DONE SOMEBODY WRONG
STORMY MONDAY
YOU DON'T LOVE ME
HOT' LANTA
IN MEMORY OF ELIZABETH REED
WHIPPING POST
Sette canzoni  per  quasi 79  minuti di musica che travalica il tempo e lo spazio e (giustamente) è da considerarsi il punto più alto della produzione musicale della band dei fratelli Allman.
La commistione dei suoni che passano nel breve volgere di un attimo  dal rock-blues al southern-rock e al jazz- blues la chitarra di Duane e del suo "slide style"  che duetta con quella di Dickey la voce nera e il virtuosismi al piano di Gregg  e lo straordinario lavoro della sezione ritmica rendono questo LIVE AT FILLMORE EAST un disco imprescindibile per ogni appassionato di musica.
La storia della band cambiò poco dopo l'uscita del disco: il 29 ottobre di quel 1971, infatti,  Duane Allman perse la vita  in un incidente stradale. 
Con la sua scomparsa si perse anche quel suono, Unico, che resterà per sempre nei solchi di questo splendido album.



(THE ALLMAN BROTHERS BAND - STATESBORO BLUES)